Se quello che capita a una famiglia come tante non ti basta, c'e' sempre Google!

mercoledì 12 dicembre 2012

Il sermone di Natale 2012



Il Natale e' una festa per tutte le eta'
che sia bella o funesta, e' la verita'
che tu venga dal mare, dal fiume o dai monti
prima o poi cor Natale ce devi fa' i conti

Quando hai un anno il Natale e' un tripudio di suoni
di colori e di luci, tu spalanchi gli occhioni
c'e' uno scemo, ti parla come un deficente
e tutt'intorno a te un casino di gente

A sei anni il natale e' la festa perfetta
mentre scarti la bambola che fa la cacchetta
o la ruspa dei pokemon o il fucile di Kendo
e poi te viene er nervoso che nun ce sta il Nintendo

A dieci anni la festa la vivi curiosa
che cominci a capicce davvero qualcosa
quel di rosso vestito e barbuto signore
c'ha le scarpe e i calzini del tuo genitore

Quanno sei adolescente sta cazzo de fiera
la vivi distante tramite la tastiera
mentre twitti con Mario con Gina e con Nancy
schifi il tuo parentame e ar Natale nun pensi


Oramai ciai vent'anni, er moroso e lo scooter
e la festa la passi soltanto a discute
"che cojoni che palle fatte i cazzi tua"
a sentitte che blateri pari un cacatua

A trent'anni stai drento a 'na stanza uso bagno
sei voluto anna' via' pure senza guadagno
e ar posto dell'albero mancando la grana
c'hai piantato un vasetto co la marijuana

A quaranta ciai er mutuo e guidi er furgone
hai deciso che bella ch'e' la tradizione
"Invitamo mi madre che ce tiene la iena
e magara ce lava li piatti d'a cena!"

Sei nell'eta' de mezzo e in curva discendente
ariciai casa piena de cibbo e de gente
e guardandolo senti percorrerti un fremito:
la meraviglia negli occhi del tuo ultimogenito!

Ormai gli anta so' fissi e nun cambieno piu'
semo rimasti da soli, solamente io e tu
"Chi lo sa se ce invitano o se vanno all'Haway..."
tu che brontoli e io che nun cambiero' mai

E potevi cambiare, ci son state occasioni
eran pronte per te mille nuove stagioni
ed invece un po' ebete aristai a far la festa
coi vecchietti der circolo e col poco che resta

di una vita trascorsa tra pacchi e pacchetti
che alla fine nun trovi mai quel che t'aspetti
e alla fine ce pensi nun era poi cosi' male
quanno da regazzino festeggiavo er Natale

Er Nintendo nun c'era ma li sogni sai quanti
molti li ho realizzati ma c'ho tanti rimpianti
delle cose che ho fatto e nun ho posto rimedio
e di quelle mancate per sfiga o per tedio

del bene che ho sprecato e dato via invano
delle sere buttate li' sopra un divano
dei no detti per rabbia o per pura pigrizia
e che so' risultati gravosa ingiustizia

Ma tant'e' cosi' e' annata, e quest'anno festeggio
si' poteva anna' mejo, ma chissa', pure peggio
e scartamo sto pacco, sta vita un po' offesa
che magara domani portera' una sopresa

E sara' 'sto vinello all'acetanolo
ma stasera, in cucina, me ritrovo da solo
e quann' ecco er camino fa uno sbuffo anormale
Ma arrivasse per me proprio Babbo Natale?

venerdì 19 ottobre 2012

A mia madre



C'ho avuto una grande grande amica
non importa che cosa le mancasse
er primo suo pensiero con fatica
fui io e so ben quanto m'amasse

Studio' con me, con me gli esami dette
venne con me in vacanza e in motorino
cuci' lavo' impano' cotolette
rifece er letto e sprimaccio' er cuscino

Pianse poi rise poi fece marionetta
fece due parti nell'unico spettacolo
se sfogo', triste, a se' me tenne stretta
me insegno' puro l'arte del vernacolo

Poi s'ammalo' ma fu lei a dar me la forza
me fece cresce, diede i suoi consigli
dotata di speciale, dura scorza
non ebbe orgoglio ma lo insegno' ai figli

Un giorno disse basta e volo' via
me lascio solo e io diventavo padre
e credo che nessuno se la pija
se ancora la rimpiango, lei, mia madre.

A Vicky
12.10.1935 - 19.10.2000

venerdì 25 maggio 2012

Una magnata da Mac Donald

Bollettino dopo una serata al MacDonald di Capena:

Barbara teme il consueto raid da mal di pancia, con scoppio di granate ruttanti e scureggette fuori ordinanza, per cui si lancia in una sessione impressionante di stiro; pare che i succhi gastrici si siano dichiarati prigionieri di guerra per evitare rappresaglie a base di Effervescente Brioschi.

Carla ha male di pancia e le duole la testa. Decide per una camomilla e per prepararsela da sola allaga il piano cottura, bagnando anche il piezoelettrico; ci accorgiamo che non riesce ad accendere il gas quando ormai i vicini stavano probabilmente per chiamare i vigili del fuoco per la puzza di gas che c'era nella nostra cucina.

Donatella ha piu' o meno gli stessi sintomi della sorella, conditi da un riacutizzarsi del dolore al ginocchio dovuto ad una ferita lacerocontusa ormai vecchia di giorni ma che io chiamo "silvio" perche', come il nostro ex-premier, ogni tanto esce fori soprattutto quanno je fa' comodo. I malanni sono talmente tanti che la povera accetta di non andare al Pronto Soccorso in cambio di una dormita sul lettino di servizio in camera di mamma e papa'. Prontamente accontentata.


La piccola Emilia, come prima conseguenza della spanciata made in USA (o China?) ha indossato la sua migliore faccia da schiaffi. E' schifata da questo mondo fatto di troppi Monti e di poco mare, e quasi ti fa sentire in colpa che l'hai portata a mangiare un Happy Meal invece che le ostriche da Bastianelli a Fiumicino. E meno male che il Meal era Happy.

E infine io, il simpatico immarcescibile Aldo. Ho magnato chiaramente la roba piu' piccante e condita del gruppo, tutte genuinita' a base di senape e bacon, una sciccheria. Annaffiata da una afrodisiaca birra acetanolica. E mentre loro so' arrivate a casa facendosi lasciare a qualche centinaio di metri, giusto per una passeggiara digestiva, io ho riportato la macchina a casa, me so' impigiamato, e me so' dilettato con un pigrissimo filmaccio chiamato "Fighting" ambientato in un Bronx con parecchie tette ma pochissime parolacce.
Unico effetto della american abboffata: stanotte me so' sognato Rocco Antonio Tano, in arte Rocco Siffredi che me veniva in ufficio come rappresentante de stampanti multifuzione. Vengano avanti quelli che si intendono di Cabala, che questi so' nummeri da giocasse...


martedì 27 marzo 2012

Le prostitute a Tor di Quinto

Come ogni mattina percorro con il mio scooter truffa la strada che mi porta al lavoro. I pensieri sono tanti, il cuore e' pesante, e giunto su viale di Tor Di Quinto, quasi non vedo il semaforo pedonale rosso. Mi fermo e solo per questo sento che mi sta squillando il cellulare nel borsello che porto sempre a tracolla. In fretta e furia mi sfilo i guanti, trovo l'infernale attrezzo, il visore mi rimanda un numero oscurato, chi cazz'e' a quest'ora non se capisce.
Sebbene sia a una decina di minuti dall'ufficio, decido comunque di fermarmi, con tre regazzine in giro non si sa mai, pertanto approfitto di uno svincoletto per imboccare la corsia che corre parallela allo stradone principale, e mi fermo subito dopo il grande parcheggio messo a disposizione per i concorsisti della vicina caserma dei carabinieri.
Riesco miracolosamente a prendere la chiamata, ma e' solo uno che ha sbagliato numero, non so se mannallo a fanculo o no, poi opto per il meglio cosi' e lascio perdere.
Sto per infilare di nuovo il casco integrale, quando due gentili donzelle mi si sbracciano una decina di metri piu' avanti, nei pressi di una roulotte sgangherata.
Piu' che gentili donzelle, sono due prostitute di lungo, lunghissimo corso, che si possono incontrare tutti i giorni fin dalle prime luci dell'alba nel parcheggio adiacente al viale.
Pare che la roulotte presso la quale esercitano il mestiere piu' vecchio del mondo (anche se a guardalle bene mi sa che almeno una e' piu' vecchia del mestiere stesso) sia rimasta in panne.
E te pare che io nun me rendo disponibbile? E certo che si.
Me dichiarano che s'e' bruciato il motorino d'avviamento, e vorrebbero spostare il mammozzone a quattro ruote sotto i rami di un albero spennacchiato per rendere evidentemente il temporaneo soggiorno dei clienti un tantino piu' fresco.
Je serve una spinta, insomma, e tra qualche tetta in forigioco e un tripudio di vernacolo romanesco, tentiamo di spostare la vecchia carcassa (no, non la prostituta, la roulotte!) fuori da una cunetta.
Pare non ci sia verso. Almeno fino a quando la piu' giovane (oddio, giovane) delle due, al grido di "Fateme largo, che io so' ciociara!" non si unisce a me e alla sua collega. Se mette de spalle, agguanta il carrozzone da sotto, praticamente lo alza e banfete, eppur si muove, lo tira fori dalla cunetta quasi da sola.
E li', come sempre, io supero me stesso.
Me giro e je faccio (ma come me ne esco...): "Aho, si scopi la meta' de come arzi..."
Da quel momento ce so' stati almeno 10 minuti de vero teatro der doppio senso, in cui la frase piu' riferibile che si e' sentita in quell'angolo di Roma e' stata "Aho, si questa te pija te lo sfrullina, er passerotto!"
Poi m'hanno offerto uno sconto mostruoso sulle prestazioni, e quasi m'aspettavo che me consegnassero anche un coupon...Una e' partita in tromba (e me pare ovvio) e ha coinvolto pure le colleghe de due tre camper piu' avanti, "me riccomanno se viene sto ragazzo ar prezzo de quello che costa de meno je famo er servizio completo..."
Insomma, ho aperto una linea de credito (peraltro francamente inesigibile) ma soprattutto, me so' fatto du' risate de core.
E m'e' venuta in mente mi madre, che lavorando in uno studio legale che difendeva soprattutto prostitute romane, me diceva sempre: "So' le persone piu' sincere e simpatiche che ce stanno." De sicuro, m'hanno rallegrato la giornata.