Se quello che capita a una famiglia come tante non ti basta, c'e' sempre Google!

venerdì 31 agosto 2007

Oscillazioni


Fibrillo.


Vibro come una gomena tesa in aria tra due piloni quando il vento soffia forte.


Eppure l'aria e' cheta, calda, appicciosa.





Stasi.




E mi ricordo quando tentai di spiegare il concetto di segnale televisivo ad un mio prozio allora gia' ultra ottantenne, quinta elementare, una lunga prigionia in Grecia durante la Seconda Guerra Mondiale a corredo di un curriculum vitae da semplice agricoltore.

Ero abbastanza ottimista non tanto nelle mie capacita' di esporre un concetto tanto complesso in parole semplici, quanto nelle capacita' intuitive del mio interlocutore, che detto per inciso conosce per intiero l'Inferno di Dante, a memoria... non so se mi spiego.


"Vedi, zio, ogni puntino che tu vedi sullo schermo... in qualche modo quello viene portato da un segnale che vibra ad una frequenza velocissima..."


"Vibra velocissima? Allosa se je guardi tu la vedi ferma!"

Stupii, ma non piu' di tanto.


Stasi, dicevo.

Ma sono io che fibrillo mentre tutto e' fermo, oppure intorno a me la vita oscilla ad alta frequenza, tanto da apparirmi immobile mentre in realta' e' in preda da un entropico parossismo?


Sono io che mi devo dare una mossa?

Fibrillo....




lunedì 27 agosto 2007

Se ricomincia


Bisognava decidese.

Qui in quattro e quattr'otto, ce catapultano dalle Mauritius al Grande Raccordo Anulare, manco fossero dotati de teletrasporto.

Dai barbecue sulla spiaggia alla griglia quotidiana in mezzo alle lamiere der caos totale per arrivare al lavoro.

Hanno cominciato cor campionato de calcio. Quanno comincia er campionato, me pare che cominciano a casca' le foje da li rami. Invece de scenne in spiaggia, accenni la tivvu', e te arincojonischi de pallone, mentre er governo e i suoi Prodi te preparano er sughetto con drento l'animelle de li mejo m... loro.

Mo aricominceremo a comprasse er Corriere de lo Sport, invece de leggeselo aggratise ar bar la mattina alle 10 quanno inverecondi facevamo colazione co' l'occhi intorcinati de cipiccia.

E senza rennecene conto ner giro de quindici giorni ce faranno aricominincia' le scole, pe' dacce finarmente una raggione der perche' sur Raccordo, pure se ormai e' a tre corsie, ce sta casino a tutte le ore.

Ce stavano tutte le condizioni pe' prenneli in contropiede, stavorta.

Me ritiravo ar paesello.

Buttavo armeno due dei tre catorci con cui me movo de solito, e me mettevo a fa' er pendolare in treno.

E le regazzine cresceveno in un paradiso. Artro che quartieri o interi paesi dormitorio. Er paradiso.

Ma nun se po' fa'.

Perche' Barbara, nun ce la po' fa' da sola con tutte e tre. E nun je so' da torto.

Me ce rode che pure quest'anno hanno arivinto loro. E comincio a stufamme de dove' sempre partecipa', e mai 'na vittoria.

Speramo che armeno la Roma se porti a casa er campionato.

Amen.


lunedì 13 agosto 2007

Succo di limone

Quann'e' che la machina te po' da' probblemi?
Ma la settimana de Ferragosto, ovviamente!
Er bilancio familiare vede attualmente:
1. Scooter-truffa che pare cammini ma necessita revisione, certo che dopo aver trovato l'impianto dei fari anteriori realizzato coi fili dell'impianto stereo (m'e' praticamente annato a foco) a mettece sopra er sedere e' come scommette 1000 euri che er Napoli vince lo scudetto.
2. Renault Clio, motore nuovo nuovo, che nun parte perche' er sottoscritto nun l'ha accesa per tre settimane. Anche se partisse, cia' pure questa bisogno de la revisione, ma cia' er fanalino posteriore sinistro rotto e le spazzole dei tergicristalli che grattano come uno che cia' la rogna, quindi, artri sordi...
3. Dulcis in fundo, la station wagon decide ieri mattina de presentasse all'appello con la batteria misteriosamente e inaspettatamente scarica. Ho trovato un poro Cristo coi cavetti, l'avemo riaccesa, dopodeche' l'ho parcheggiata in alta montagna in cima a una discesa de mezzo chilometro e pendenza da camoscio, a circa 15 minuti a fette da casa, che se stamani non partiva me veniva da ride pe' nun piagne fino alla riapertura dell'unico elettrauto der paese, che piu' o meno avverrebbe alla vendemmia.

Dice, studia, che te fai un futuro... ma che futuro, si facevo er meccanico avevo risparmiato 10 anni de Universita' e adesso, pe' anna' in ferie, me bastava becca' quarche poveraccio, inventamme che la machina sua cia' bisogno de rifa' la batteria quanno ciavesse solo un filo staccato, e vai alla Vartur du' settimane co' tutta la famija...
A mi' cognata, che ha portato la macchina a fa' la revisione, siccome era un amico ha deciso che doveva cambia' tutt'e quattro le rote e nun so che altro, totale 500 euri poprio prima de anna' in ferie, altro che LastMinute, qui' ogni momento e' quello bono...
La verita' e' che qui tra multe, tasse, benzina alle stelle, meccanici paraculi, rivenditori fiji de bona madre, accise e acci loro, avecce la macchina o un quarsiasi mezzo de trasporto e' diventato un lusso pure pe' uno che come me nun e'che guadambia poco.
Semo come li limoni, da spreme fino all'urtima goccia, e poi lascia' a secca' sur davanzale, che cosi' armeno non ce se magneno le formiche...

martedì 7 agosto 2007

Tramontana



La tramontana, a Marta, e' signora incontrastata e incontrastabile.
Appare all'improvviso, e si impadronisce della tua vita.
E' il motore del lago e della vita del paese: detta le regole, gli orari, la moda, il lavoro e il tempo libero.
Anima le acque di una forza sovrumana: le onde si abbattono sul muraglione impetuose, si frangono e si ricompongono mai esauste.
E' un vento prepotente, ma buono: in tanti anni di tramontana, mai preso un raffreddore. Nemmeno d'inverno, quando le perle d'acqua si gelano sui rami spogli e disegnano un paesaggio cristallizzato. Un mondo che si congela nello spazio e nel tempo.
La tramontana, a Marta, ha vinto l'afa sfissiante di questa estate feroce.
Ha scompigliato i capelli delle mie bambine cosi' come tanti anni fa scompigliava i miei.
Ha soffiato via le malinconie ridando loro vita. Ha raffreddato l'epidermide, ma ha riscaldato il cuore.
Passeggio sul lungolago incurante delle raffiche impetuose di questa tramontana agostana. E la forza del vento e' la mia forza, il suo urlo i miei sussurri e le mie parole d'amore per la mia terra e le mie umili origini.

venerdì 3 agosto 2007

La liberazione e' vicina

Come tutti li santi primi fine settimana de agosto, ecchiteli che i testimoni de Geova se movono in massa pe' fa' er raduno nazzionale gnentepopodemeno che allo stadio Olimpico de Roma.
E siccome er destino infame vole che, de riffa o de raffa, io davanti a sto' stadio ce devo da passa', si permettete, me rode eccome.
Due anni fa, e pure l'anno scorso, ho beccato in pieno l'uscita de sta manica de esaltati con i loro salmodianti torpedoni. E cosi' ar traffico consueto del venerdi' sera, con aggiunta tanto per gradire dell'esodo agostano, ce se mette sopra er carico da undici de na bella fila caotica appena uscito dall'ufficio.
Ah, ma quest'anno me so' informato, ho studiato, e strateggicamente, se il Signore me assiste, me ne scappo almeno du' ore prima dell'ufficio.
E se riesco a evita' de svenamme l'esistenza (che poi manco le trasfusioni te farebbero fa') della colonna infame de autobus da Ponte Milvio all'autostrada, me ne vado bello bello al lago, dalle mie figlie e perche' no, pure da mi moje.
Insomma, davvero... se Dio vuole, la (mia personale) Liberazione e' davvero davvero vicina.