Quarant'anni, e mai stato a Rimini.
Nemmeno quando ero giovane, che il crine non difettava, la pancetta non si paventava e si dormiva talmente poco che una pensioncina Miramare qualsiasi sarebbe andata piu' che bene per appoggiarci le valige, farsi una doccia dopo un bel bagno di sole e mare, e tuffarsi a capofitto nello sport preferito di "cuccare" qualche gentile pulzella proveniente da qualsiasi parte del mondo...
Mi e' rimasto, questo rimpianto, cosi' come d'altro canto e' rimasta Rimini.
Capace di attrarre tutte le generazioni con quella cacofonia di arte, cibo, divertimento, mare con tanto di bandiera blu e le iniziative piu' disparate.
Pronta ad accogliere il turista con cortesia, gentilezza, disponibilita' e tutte le arti che solo i grandi operatori turistici, ristoratori, gestori di "bagni", discoteche, piadinerie e sale giochi sanno mettere in campo per invogliarti ad andarci, e poi a tornare ogni volta che puoi.
E se certamente qualcosa ho perso assieme alla capigliatura dei bei tempi, non mancherebbe l'occasione di vivere e respirare i profumi e i colori di una Riviera che sa mantenere le sue promesse e inventarne sempre nuove.
Come sono lontane e vuote le parole di una celebre canzone di Guccini del 1983, "Inutile", che trasporta il naufragio di un amore e lo esteriorizza nel paesaggio che lo circonda...
"A Rimini la spiaggia com'e' vuota, quasi inutile di Marzo"
E proverei allora a mutare la rotta, a far entrare l'entusiasmo della Rimini feconda, gioiosa, attiva, entusiasta, spensierata ma anche responsabile e a invertire per osmosi il flusso delle nostre tristezze...
Per riempirlo di quella serenita' e entusiasmo che, amore mio, ci vedono insieme da piu' di vent'anni ad affrontare la vita assieme, d'estate e d'inverno, e a riscaldarci il cuore.